Priorità di futuro per un anno di celebrazioni di passato

Gianni Tognoni
IRCCS, Istituto Mario Negri, Milano
Per corrispondenza: Gianni Tognoni, gianni.tognoni@marionegri.it


Per una rivista che ha come sua identità originaria quella di guardare al quotidiano dell’assistenza come stimolo permanente di sguardo al futuro in termini di ricerca, sarebbe difficile iniziare questo 2018 senza sottolinearne una particolarità: il suo essere denso di compleanni, che pongono tutti, in modo diverso ma complementare, una domanda: c’è, e quale è, un futuro coerente con l’antica identità di una rivista che sognava di essere, almeno un poco, rappresentante anche della identità di futuro della professione?


compleanni

Ci sono due 70enni di cui ricorre il compleanno:
a. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Magna Charta delle Nazioni Unite, documento fondante di un mondo uscito (sopravvissuto? rigenerato? altro?) da una guerra che aveva sperimentato tutti gli orrori: da quello che aveva reso industriale lo sterminio e la negazione dell’umano, ad Auschwitz, Buchenwald…, a quello che aveva documentato la tremenda alleanza tra il massimo del progresso scientifico ed il potere istantaneo di distruzione con la bomba atomica. La Dichiarazione aveva optato per il futuro. Immaginandolo altro nel senso più completo: capace di pace. Di costruire uguaglianza. Di essere progetto di ricerca condivisa sul se e come essere umani.
b. La Costituzione italiana: Magna Charta di un popolo che aveva sperimentato in una resistenza durissima, la possibilità di creare linguaggi, rapporti, alleanze, solidarietà mai immaginate, per fare del proprio futuro un progetto (articolo 3) in cui i principi divenissero realtà, per tutte/i come segno imprescindibile che lo Stato non tradiva il sogno del suo popolo, ma ne faceva il proprio indicatore di legittimità.

E ci sono due 40enni:
c. La legge 180, sulla psichiatria. Ricordata come quella che abolisce gli ospedali psichiatrici. Di fatto, più a fondo quella che in obbedienza (culturale, politica, metodologica) con il sogno allora adulto di 30 anni della Costituzione, ed il suo articolo 3 sopra ricordato, si faceva carico di riconoscere e cancellare un crimine di pace, quello di considerare (come negli scenari ricordati sopra per la guerra) delle persone concrete dei non-umani, relegabili in istituzioni, privabili di diritti, ridotti a rifiuti. È una legge chiara: di civiltà, prima e più a fondo che di sanità. Anche perché chiudeva la stagione delle altre leggi civili: la 194, il divorzio, lo Statuto dei lavoratori. Dice(va) che la Costituzione continuava, lentamente, la sua strada.
d. La legge 833, istitutiva del SSN, che era già stato, intuitivamente, proposto subito dopo la Costituzione, come eco-rimando al NHS inglese, noto come prosecuzione e trasformazione della solidarietà che aveva salvato la resistenza in tempo di guerra, in un progetto di pace: continuità talmente ovvia da essere proposta da un perfetto conservatore come Beveridge. I suoi richiami alla Costituzione sono noti (al di là dell'1 e del 3, l'articolo 32 è specificamente rilevante) e le parole chiave che ne dicono la logica ed il progetto sono già state ricordate in chiusura-augurio dell'ultimo numero di AIR del 2017.1 Il SSN è oggi un 40enne molto sanitario, medico-infermieristico con vuoti di memoria importanti sulle sue origini dal e per il progetto complessivo della Società.

PS. 1. C'è un altro compleanno. Di un 50enne. Non è un'istituzione, né una Magna Charta. È un anno, movimento, cultura…: i modi di ricordare il 1968 sono tanti, contraddittori, disincantati, nostalgici, critici. Non ne diciamo altro, perché non è questo né il luogo né il tempo. Lo si menziona però sapendo bene che è parte (tutt'altro che marginale) degli anni (di lotta? conquista? riforme? normale storia?) intercorsi tra i compleanni.

2. Tra i 40enni, cronologicamente pochi mesi prima dei due sopra ricordati, c’è un altro anniversario, profondamente diverso. Se ne riparla molto ancora in questi mesi, dopo tanti anni. Con tante domande, al di là di tante certezze. L'assassinio di Moro. È un indicatore, forte, che i cambiamenti profondi di una società non sono processi lineari. E rivelano che le parole della democrazia2 sono tutt'altro che oggetto di consenso o di evidenza.


futuro

Perché la memoria sia compagna-strumento di cammino-intellettuale ed emotivo, realistico e specifico del contesto attuale - è importante esplicitare sinteticamente il dove ed il come ci si colloca negli scenari nei quali si opera. Il Riquadro ne propone quattro, che provano a fare da connessione tra i compleanni, e quanto presentato in questo numero, che si può assumere come mini-indicatore degli interessi e degli sguardi che si esprimono e si incrociano nella rivista. Senza numeri né stime di significatività, l’andamento dei quattro punti del Riquadro richiama quelle ‘curve di sopravvivenza’ che riassumono un grande RCT, o uno studio molto lungo di coorte, rendendo visibile sinteticamente la evoluzione ed il destino di una ipotesi di ricerca che aveva come obiettivi e criteri di valutazione (molto hard, solidi, di mortalità è morbidità, integrati con qualità, autonomia, dignità di vita) la storia della salute nel nostro paese.




I contributi di questo numero esemplificano bene una situazione molto stimolante di ambivalenza, che è caratteristica inevitabile del tempo che si vive, e che deve essere centrale nella attenzione della pratica e della ricerca, per non smarrire l’identità.
Lo sfondo è una professione (fotografata magistralmente nei suoi dettagli) come una delle tante che in un mondo del lavoro in forte cambiamento in un paese dis-eguale non può fare riferimento a ‘contesti progettuali’ (pp. 5-11). È una professione fortemente responsabilizzata e capace di vigilare/si sui propri limiti: con la difficile sfida di porre domande percorribili a livello di strutture/norme generali, al di là delle documentazioni puntuali (pp. 12-24). Le competenze tecniche (qui esemplificate in quelle metanalitiche) non sono più un problema per valutare le evidenze: che si rivelano però sempre più frequentemente carenti di senso, al di là della significatività (pp. 25-41). Con una rilevazione molto critica: l’attenzione della letteratura, anche internazionale, alle domande dei compleanni è un evento raro (pp. 42-46).
Con due domande supplementari. La ‘personalizzazione' promessa dalle tecnologie “omiche" è veramente il futuro della personalizzazione della cura complessiva della persona" che è l'identità infermieristica (pp. 52-56)?
C'è spazio anche da noi per aperture-finestre per alleanze- sviluppi, presa di parola che guardi in avanti (pp. 50-51)?
La celebrazione dei compleanni da parte di AIR proverà lungo il 2018, a cercare insieme risposte.


BIBLIOGRAFIA

1. Tognoni G. Bilanci, decreti, previsioni, provocazioni. Assist Inferm Ric 2017; 36:170-1.
2. Ferrajoli L. Manifesto per l’uguaglianza. Collana Anticorpi. Milano: Laterza, 2018.