C’è un futuro per le radici?

Gianni Tognoni
Dipartimento di Anestesia - Rianimazione e Emergenza Urgenza, Fondazione IRCSS Ca’ Grande Ospedale Maggiore Policlinico, Milano
Per corrispondenza: Gianni Tognoni, giantogn@gmail.com


Il titolo dell’editoriale, un po’ misterioso, rimanda alla espressione inglese “Back to Basics” che definisce un movimento esteso nel mondo infermieristico a livello anche internazionale (vedi punto 3). Si vuole così introdurre una riflessione su ruoli e prospettive della professione, che è allo stesso tempo tecnica, ma insieme culturale e politica, ed ha come snodi due domande: dove siamo in questo inizio di 2019, dopo un anno di anniversari, bilanci, prospettive che ci hanno accompagnato per 4 numeri? Che facciamo delle proposte emerse con l’indagine-consenso e sottolineare come importanti nell’ultimo numero 2018(1) e soprattutto dell’invito ad una più reale interazione con chi legge/usa AIR?

1. Il quadro fondamentale di lettura dei termini posti a confronto nel titolo è molto chiaro ed imprescindibile: le nostre radici, di professioniste/i e di cittadini, hanno un futuro molto incerto. Come italiani ed europei siamo protagonisti (non spettatrici/ori) di un tempo che, in modi molto diversi, ma coerenti nel fondo, è considerato come post-diritti umani. I perché ed i modi sono noti: dallo snodo iper concreto delle migrazioni, alle guerre divenute tanto normali da essere negate ed occultate, alla disuguaglianza crescente a livelli mai raggiunti nella storia. La sanità – come radici, e come futuro – è garantita e possibile solo se continua ad essere (o almeno se ne ricorda?) diritto umano, e perciò di cittadinanza, al di là di tutte le diseguaglianze (o meglio: ancor di più, perché deve farsi carico prioritario di ciò che è marginalizzato o senza risposte). Non è certo un mistero che questa identità di fondo coincide con la logica e l’operatività di un SSN a misura dei diritti inevasi. È ancor più evidente, perché oggetto di cronache (non di politiche…) quotidiane, l’importanza di essere coscienti di vivere, in quanto (dipendenti? protagonisti? responsabili? lavoratrici/ori disincantate/i, deluse/i) del SSN in tempi di totale incertezza istituzionale, culturale, economica. Dalle secessioni regionali, al Sud lasciato alla deriva, al privato che si presenta come futuro almeno per chi può, all’impatto dei macroscenari sulla sostenibilità di gestioni dell’assistenza, che devono rispondere ad indicatori economici fortemente arbitrari, e non a diritti personali e collettivi costituzionalmente esigibili e dovuti.

2. Con tutti i suoi limiti, il dossier di AIR 4/20181 aveva dato ‘segnali di vita’ sotto la valanga che sembra sommergere e togliere il respiro ai cammini dell’Europa, dentro e fuori la sanità: con una indicazione vecchia come il mondo (…una vera ‘radice’), ma proprio per questo a rischio di finire in un deposito o un sottoscala: “Le persone concrete sono imprescindibili ma si devono ri-cercare: cioè si deve anzitutto riconoscere che non ci sono, (o almeno non si vedono…) i modi di farle ricomparire, in carne ed ossa, non come appendici di tecnologie più o meno di precisione o artificialmente intelligenti, ma come storie e vite”.2 E si erano dati esempi, timidi, imprecisi: ma interpretabili anche come germogli, indicatori di linfa in radici tanto vecchie?
Forse è bene collegarci-rileggere quell’esercizio: anche indicatore del bisogno, in tempi di rischio per frammentazione ed isolamento, di un ragionare collettivo e dialettico.

3. Uno degli articoli di questo numero che più ha a che fare con “radici e futuro” – ne indica tracce importanti, percepite anche a livello internazionale, che legano ciò che è fondamentale a ciò che è banale-ovvio3 – è entrato nel programma di pubblicazione in concomitanza di due segnali coincidenti nella loro assoluta incomparabilità:
a) si concludeva, sulla rivista-bibbia della medicina-assistenza moderna, una serie di tre articoli dedicati ad una ‘scoperta sensazionale’: il futuro più ardito è praticabile/sostenibile a misura della capacità di ridare vita nuova alla parola d’ordine a rischio di essere più logora per eccessivo uso nelle raccomandazioni e tradimento nelle pratiche: team;4-6
b) la rivista europea, comparabile per prestigio alla Bibbia sopra citato, dedica un numero7 ad un’altra scoperta, cui è riservato un posto importante in questo numero:8 le donne, radici indiscusse della vita, rimangono anche in sanità in lista di attesa rispetto al futuro anche se la loro presenza nelle raccomandazioni è indiscussa, crescente, a tutti i livelli. Anch’esse a rischio permanente della malattia degenerativa che ha colpito il/la vecchia Team sopra ricordata? come tutte le persone/popolazioni fragili per anzianità? È facile e qualificante il sottolinearne l’importanza: altra cosa adottarle, non come uno dei principi da citare, ma uno dei soggetti fondamentali, di base, che con la loro concretezza obbligano a cambi fondamentali.3

4. C’è dunque un accordo di fondo, almeno nelle riviste top del mondo sanitario ed assistenziale, (così restie per altro a dare spazi visibili e specifici al mondo infermieristico) sul bisogno di fare delle radici la chiave imprescindibile per un futuro che non coincida con la scomparsa stessa delle persone come soggetto di dignità e come destinatarie di diritti.
La domanda che si pone immediatamente è quella sulla esistenza e sulla praticabilità di metodologie che permettano il vivere nel tempo-scenario evocato nel primo punto di questa riflessione in modo non rassegnato, creativo, trasversale alle generazioni, oltre che alle discipline. A questa esigenza, ineludibile, ma per cui è importante riconoscere la impossibilità (anzi il rischio grave!) di avere risposte univoche e predefinite o basate sulle evidenze acquisite, sono venuti incontro, come regali pieni di libertà e di rigore, due contributi: 9-10 Nei loro linguaggi diversissimi, danno un unico messaggio di fondo, che scorrerebbe teorico se non provenisse da e non coincidesse con persone, storie, contesti, estremamente concreti: la metodologia più affidabile quando si incrociano problemi complessi e gravi è quella di avere uno sguardo che non ha paura di immaginare realtà diverse, che stupiscono. Dentro un mondo a rischio di essere post-umano nella società e nella sanità, è un augurio proveniente da un tempo di radici9 e da un tempo al futuro,10 di avere come metodologia di pratiche e di ricerca, la libertà e il coraggio di pensare che il futuro delle radici sta nella loro trasformazione.

5. Un segnale del possibile realismo e perciò del fascino di un augurio tanto impegnativo è arrivato mentre si chiudeva questo numero, da fuori dalla Sanità, dalla Società civile. Le vie di Milano, tra la sorpresa generale, si sono riempite di un popolo che sembrava appartenere per numerosità, decisione, serietà al mondo antico, ma aveva i colori, l’assenza di risposte dall’alto, il volto, trasversale a tutte le età e le provenienze, del futuro. In una sanità in ricerca di indicatori/algoritmi di efficienza e managerialità, come la società che insegue i PIL pur sapendone la falsità, la parola d’ordine di quella folla coincideva con quella delle metodologie ricordate sopra: perfetta per la sanità, perché perfetta, concreta, sperimentale, libera nella società: “People: prima le persone”.

Va in questo senso l’augurio redazionale che conclude e che in un certo senso, continua questo editoriale.


BIBLIOGRAFIA

1. AA.VV. Infermieri e Servizio Sanitario Nazionale. Assist Inferm Ric 2018;37:201-11.
2. Collecchia G. Intelligenza umana e artificiale: culture a confronto. Assist Inferm Ric 2018;37:212-7.
3. Palese A, Mattiussi E, Fabris S, Caruzzo D, Achil I. Il Movimento ‘Back to the Basics’: un ritorno al passato o indicatore di una infermieristica matura? Assist Inferm Ric 2019;38:49-52.
4. Rosenbaum L. Divided we fall. N Engl J Med 2019; 380:684-8.
5. Rosembaum L. Cursed by knowledge - Building a culture of psychical safety. N Engl J Med 2019; 380:786-90.
6. Rosenbaum L. The not-my-problem problem: New Engl J Med 2019;380:881-5.
7. Si rimanda al numero del 9 febbraio 2019 del Lancet.
8. Redazione, a cura della. Donne, scienza, medicina, sanità. Assist Inferm Ric 2019;38:53-7.
9. Redazione, a cura della. Per una metodologia dello sguardo 1: in ricordo di Gianfranco Domenighetti. Assist Inferm Ric 2019;38:45-6.
10. Latini C, Mussari A. Per una metodologia dello sguardo 2: contro la violenza sulle donne. Assist Inferm Ric 2019;38:47-8.