Pensieri -da prendere sul serio- per un anno importante


A cura della Redazione


La richiesta di attenzione tanto sottolineata nel titolo ha come fondamento ed oggetto obbligato anzitutto il tempo pandemico che ancora, e pesantemente, si vive, più di un anno dopo i suoi inizi: tragici, eroici, pieni di ingestibili timori e di speranze di uscite dal tunnel sempre rimandate. Le proposte, attese, pianificazioni, raccomandazioni per un dopo profondamente altro (implicitamente vissuto come molto migliore…), soprattutto per il mondo infermieristico, e più in generale della cura non sono certo mancate, anche con la grande limitazione di non aver trovato una espressione articolata, ed un quadro politico-istituzionale con interlocutori e progettualità ben definiti, soprattutto per i contenuti, e perciò anche gli investimenti corrispondenti ad obiettivi precisi.

La domanda totalmente aperta sul dopo ne include tuttavia una, certo molto minore per la sua portata, ma pertinente per questa rivista: contenuti, ruolo, modalità, responsabilità. Riprendendo il titolo che ci era dat* dopo quello originale (Rivista dell’Infermiere) la domanda può essere così riassunta: quale cultura e pratica di ricerca deve essere garantita in/per una assistenza che sia laboratorio-sperimentazione-narrazione di un immaginario e di un ruolo infermieristico a misura di un mondo di cui la pandemia ha diagnosticato l’obbligatorietà di una transizione?

Operativamente, questa domanda può essere inquadrata da una osservazione molto concreta: questo è il quarantesimo anno di AIR. Nessun* del gruppo iniziale (molto cambiato nel tempo) poteva immaginare una durata di questo tipo: siamo vecch* (o entrati nell’età matura) quasi come il SSN.

Non ha senso fare auto-valutazioni: certo non qui. Sembra tuttavia perlomeno necessario esplicitare la necessità di un lavoro collegiale di ricerca (nel senso più serio di entrambe le parole) per ripensare complessivamente il progetto: i suoi contenuti, il formato, la composizione e il ruolo del comitato editoriale, il confronto con le esigenze di ricerca infermieristica e collaborativa che si dovrebbero meglio pianificare…Non tralasciando, anzi sentendo come motivo di fondo che deve guidare ogni transizione vera e responsabile, la domanda sulla opportunità o meno di considerare concluso con questo anno un cammino: e la consegna di una progettualità e di uno strumento che ha acquisito un suo prestigio – grazie al lavoro di tanti (e all’esperienza veramente unica di collaborazione con il nostro editore). È sempre più complessa l’interazione tra assistenza ed accademia, discipline diverse,… – altre persone, idee, strutture…od ancor di più: sono cambiate le forme di ‘presenza’ delle riviste e della comunicazione, più o meno virtuale o digitalizzata o… I tanti …riflettono bene la caratteristica di ricerca, di incertezza esplicita di una fase o di un progetto di cui è indiscutibile il bisogno, ma che deve darsi il tempo di diventare un processo a più voci, che corrispondano ai tanti punti di vista che lungo gli ultimi anni si sono messi in evidenza, nella loro diversità e possibile complementarietà.

Questo editoriale vorrebbe dire che il ‘processo’ è aperto. Con la premessa, obbligata per tutti i progetti di ricerca che implicano non una tecnica o l’altra, o un bisogno di pubblicazione più che di conoscenza, ma la credibilità e capacità di futuro di una collettività-cultura che vorrebbe in ogni modo mantenere l’idea di fondo del nostro titolo (la ricerca coincide con, ed è l’unica garanzia della qualità dell’assistenza): se non c’è partecipazione al processo, il risultato è già acquisito: si è scelto di considerare concluso il cammino fatto, e non si sente la nostalgia ed il bisogno di aprirne un altro.

Non ci sono regole per ‘aprire’ un processo: si parla, si scrive, ci si confronta. Liberamente. Con il senso di partecipare dal di dentro ad una domanda che attraverso lo spiraglio di una rivista a cui si è molto affezionat* interessa la salute pubblica e l’identità di una delle sue professioni chiave.

La transizione obbligata dalla pandemia ma anche da un anniversario che segna un passaggio ad un’altra età, ci stimola ad aprire una fase di riflessione critica sul progetto editoriale, in cui ciascun* lettor* è invitato a partecipare ed a contribuire.