Per guardare avanti, dopo la pandemia

A cura della Redazione

Dopo i tanti contributi dedicati al tempo della pandemia, ed ai tanti scenari, di protagonismo infermieristico da una parte, e di tanti immaginari di un futuro pieno allo stesso tempo di promesse e di punti di domanda cui trovare insieme risposte,1 questo numero di AIR che arriva mentre il PNRR entra nella sua fase di realizzazione, è dedicato ad un presente-futuro anche della professione infermieristica.
Si è pensato fosse opportuno (mantenendo come sfondo-pro memoria un’ultima riflessione molto propositiva sul tempo della pandemia)2 concentrarsi su una delle funzioni infermieristiche, Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC) che ha già avuto un suo parziale sviluppo sia nella formazione sia in alcuni contesti assistenziali, ma che viene proposto ora come sintesi funzionale e strategia operativa di alcune delle parole chiave che ricorrono con più frequenza nel PNRR. In questo modo è possibile esplicitare il se, il come, il quanto il dopo Covid-19 dovrebbe-potrebbe rappresentare un cambio reale di paradigma rispetto a scenari concentrati su ospedale, clinica, linee guida basate su evidenze consolidate. Il territorio diventa il luogo e il contesto prioritario di azione e di professionalità; la continuità assistenziale coincide con la conditio sine qua non di una cura della vita e non solo della malattia; la prossimità si definisce come obiettivo concreto d’una presa in carico e che è servizio ad una autonomia non solo funzionale ma anche emotiva; la partecipazione diffusa si traduce nell’alternativa ad una strategia assistenziale fondamentalmente gerarchica, in cui le persone-pazienti sono riconosciute come soggetti in dialogo e non come oggetto-destinatarie di prestazioni decise da altri e da fuori.
L’IFeC suggerisce ed impersona una professionalità, ed una concezione della salute, che fa della sanità un indicatore di accessibilità concreta ai principi costituzionali, in quanto diritti umani inviolabili che devono essere riconosciuti e attribuibili nella infinita diversità dei bisogni di dignità di vita. È chiaro che si tratta di un progetto non facile: una sfida estremamente suggestiva che può essere affrontata solo se percepita e soprattutto vissuta come un futuro tutto da sperimentare. E da valutare, su tempi medio-lunghi, con indicatori che abbiano come soggetti disponibili al cambiamento, con la stessa priorità e visibilità, sia le/i IFeC che le persone pazienti che, con la diversità dei loro bisogni, clinici, sociali, di disabilità, di solitudine, di non-autonomia, costituiscono una comunità reale.
Il dossier che viene qui presentato, inevitabilmente non completo, deve essere dunque letto ed utilizzato come prima bozza di un vero progetto di ricerca, collettivo, di lungo periodo che si sviluppa, si modifica, si verifica nelle tante, anch’esse inevitabilmente diverse, pratiche.


BIBLIOGRAFIA

1. Redazione, a cura della. La responsabilità di vivere momenti fatali. Assist Inferm Ric 2021;40:74-7.
2. Laquintana D. Alla ricerca del tempo perduto; due anni che valgono quattro. Assist Inferm Ric 2021;40:183-85.