Bilanci, decreti, previsioni, provocazioni

Gianni Tognoni
IRCCS, Istituto Mario Negri, Milano
Per corrispondenza: Gianni Tognoni, gianni.tognoni@marionegri.it


È capitato che la data di scrittura di questo editoriale coincidesse con quella di Caporetto cattivo, cattivo augurio, certo. Ma i ricordi di quella disfatta non lo vedono come un evento strutturale ma culturale. Interessante anche per noi? Rivedendo complessivamente, al di là di questo numero di chiusura dell’anno, i contributi di ricerca pubblicati in questo e negli ultimi numeri di AIR, si può disegnare un profilo reale del volto e delle priorità di ricerca della professione infermieristica.
• Il tema più ricorrente nella ricerca è quello della valutazione, un po’ di tutto: di quello che si fa, di come si è organizzati, di come ci si forma, dell’adeguatezza dell’organizzazione. Lo sguardo è inevitabilmente, rivolto all’interno della professione. L’obiettivo è ottimizzare le performance rispetto a qualcosa che è predefinito. Con delle regole stabilite per rendere le mansioni compatibili ed obbedienti ad ordinamenti più attenti a quantificare la sostenibilità gestionale, che a sperimentare strategie che hanno come misura il destino reale (non solo quello delegato a scale, punteggi o simili) delle persone.
• E venuto quasi inevitabile uno sguardo ad un testo che riordina in modo definitivo le professioni dell’ambito sanitario, per un confronto che può essere utile (=provocatorio o punto di domanda aperto sul futuro), come si chiede ad una rivista di ricerca.
• Il nuovo ordinamento delle professioni definisce identità e percorsi ben differenziati e precisi: integrato con quello sulle responsabilità professionali la (nuova!) normativa riassume bene la maturazione del sistema sanitario verso una struttura sempre più corrispondente ad un percorso aziendale, con regole e funzioni di cui monitorare le performance procedurali e l’efficienza nel contenimento dei costi.
• Lontane anni luce, le parole-raccomandazioni della multiculturalità, multidisciplinarietà …, trasversalità. Tanto più della flessibilità, diversità, personalizzazione a misura dei bisogni che emergono guardando all’ormai prossimo 40esimo compleanno (anniversario?) del SSN si è pensato di affidare il commento a ciò che può succedere quando le regole sono separate dalle persone, ad un confronto con uno sguardo-valutazione sulla realtà che si è vissuta e si vive in questo 2017.
• Uno sguardo al futuro è però (metodologicamente) necessario. Viene da un’altra disciplina, parla un’altra lingua, tocca un altro mondo, ha come protagonisti altri soggetti, è governato da altre norme (Riquadro 1). Sono tuttavia – certo, con diversa drammaticità – uguali i risultati: le vite – la nuda vita e la sua dignità – degli umani sono una variabile dipendente. Come lo sono i protagonisti-eroi-vittime di tutte le guerre che hanno, sempre, le loro “Caporetto”.
• Per chi immaginasse di entrare in un mondo tanto altro da non essere nostro, può essere utile leggere, pubblicato nel giorno in cui si scrivono queste righe, la narrazione valutativa della Caritas su Roma capitale della povertà. Auguri per radici profonde e durature, delle provocazioni di Papa Francesco2 e non solo per Roma.





BIBLIOGRAFIA

1. Manna E, Esposito R, D’Ambrosio G, a cura di. La povertà a Roma. Un punto di vista. Caritas, Roma, 2017.
2. Papa Francesco. Terra, casa, lavoro. Discorso di movimenti popolari. Ponte alla Grazia, Roma, 2017.